.

Italia, Conte: “La panchina azzura è una grande sfida ed emozione. Vorrei essere l'allenatore del popolo italiano più che un ct. L'obbiettivo è quello di diventare squadra per tornare presto ai vertici”

di Gil Cusimano

Adesso, finalmente, è ufficiale: Antonio Conte è il nuovo allenatore dell’Italia. Prime di parlare, il nuovo selezionatore tecnico è stato presentato dal neo eletto presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Parole di stima e piene di speranza quelle spese dall'ex presidente della Lnd che lo ha definito il miglior allenatore del panorama europeo. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di TuttoPalermo.net: “Per ingaggiare Conte abbiamo usufruito del supporto dello sponsor, con un contratto innovativo. Ma la nazionale è affidata a Conte chiavi in mano: non ha bisogno di consigli. Puma è partner privilegiato, ma non ci sono situazioni compromesso. Antonio Conte e' uno dei tecnici più importanti d'Europa: non si poteva non scegliere l'eccellenza per il maggior assett del calcio italiano. E' un condottiero, capace di far venire i brividi quando si alza la bandiera tricolore, e di rappresentare un Paese che vuole sentirsi unito''. Poi la parola è passata all'ex tecnico bianconero che ha inziato fugando dubbi e possibili incertezze legate allo svolgimento del nuovo ruolo, nel più classico stile Antonio Conte: concetti semplici e chiari, fatti di tanta umiltà e voglia di fare. Il primo è stato quello di apporre la firma ufficiale sul contratto biennale (prolungabile in caso di qualificazione e buoni risultati agli europei 2016 in Francia), il secondo è quello stato legato agli sponsor. Ecco quanto sottolineato dalla redazione di TuttoPalermo.net: “Sono sulla panchina sulla quale vorrebbero stare tutti gli allenatori. L’Italia insieme al Brasile è la Nazionale più importante del mondo, è un orgoglio per me essere qui, ma penso che lo sarebbe per qualsiasi allenatore. Ringrazio Cesare Prandelli al quale faccio un in bocca al lupo per la nuova avventura in Turchia e ringrazio anche Arrigo Sacchi che ha curato la nostra cantera. Finchè ci sarò io, per lui le porte della Nazionale saranno sempre aperte. Per me è un orgoglio che Carlo Tavecchio abbia pensato a me. Non pensavo di rientrare in pista dopo soli 35 giorni pensavo di aggiornarmi in giro dell'Europa. Aspettavo un top club, durante la stagione o a fine anno; poi è arrivato un top top club e a me piacciono le sfide. Mi affascinano. Per me la vittoria e' sempre stata una dolce condanna la sconfitta una 'morte' temporanea: cercherò di portare questa mentalità anche in nazionale. Chi conosce Antonio Conte sa che niente e nessuno potrà mai decidere al posto mio''. Il neo ct non ha voluto soffermarsi sui singoli e, in particolare, sulle domande che riguardavano Mario Balotelli e Giuseppe Rossi: “Rossi è un nostro patrimonio, un talento del calcio che ci auguriamo possa risolvere quanto prima i suoi problemi fisici per il bene nostro e della Fiorentina. Dei singoli non vorrei parlare adesso, voglio aspettare e valutare con calma la situazione nel suo complesso”, tutti i calciatori italiani sono convocabili, ma la convocazione va meritata. Io valuto il giocatore, ma anche gli uomini. Guardo a quel che succede in campo e anche fuori. Ho sempre fatto così: tra un buon giocatore ottimo uomo e un ottimo giocatore buon uomo, scelgo sempre il primo”. Il tecnico, vincitore degli ultimi tre Campionati italiani, ha poi spiegato quale sarà la nuova politica che la federazione adotterà nei confornti dei club e qual'è la sua idea sia sulla giustizia sportiva che sul codice etico: “Mi confronterò continuamente con gli allenatori dei vari club, solo così potremo costruire un rapporto importante. Avremo modo così di evitare intransigenze, verificherò lo stato di salute dei giocatori e chiederò lumi ai miei colleghi su come eventualmente gestire i vari recuperi. Il talento del singolo dovrà sempre essere messo a disposizione della squadra, questo è il mio credo e caratterizzerà la mia gestione. Il selezionatore spesso ha poco tempo per lavorare e per questo si affida al blocco di certe squadre. La Spagna lo ha fatto con il Barcellona, la Germania con il Bayern. Noi dovremo cercare di trovare un blocco storico, quello juventino, si cui lavorare in base alle mie idee. Dovrò essere bravo ad ottimizzare il mio tempo, anche lavorare in soli 10 giorni al mese è una grande sfida. La Giustizia sportiva? Mi hanno fatto pagare e io l’ho affrontata con grande dolore. Anche quello però mi ha aiutato a crescere, sul piano umano. Essere qui è la risposta migliore. Quanto agli scudetti della Juventus quelli che ricordo con maggiore gioia sono gli otto che ho vinto, cinque da giocatore e tre da allenatore. Gli stage cercheremo a conciliarli con gli impegni in Europa delle varie squadre, cercheremo di trovare una quadra. Se riuscissi a lavorare di più rispetto al passato, penso che il calcio italiano si risolleverebbe in fretta. Una Nazionale come l’Italia deve tornare dove merita Il codice etico? Mi piacerebbe usare il termine comportamento, che preferisco. Sarò io a decidere in base alla mia moralità e quello che vedo e non ci saranno standard di punizione. Se vedo comportamenti gravi, deciderò io come provvedere”. Infine ha elogiato nuovamente il lavoro svolto da Cesare Prandelli e il suo ex regista alla Juventus, Andrea Pirlo, unico singolo verso cui ha sentito di spendere parole dolci: “Il lavoro fatto da Prandelli è importante, nel primo biennio sono state fatte cose belle culminate nella finale con la Spagna. Quella era una Nazionale entusiasta, che sprizzava gioia. E quando ero calciatore io c’era quell’ansia positiva quando dopo la partita della domenica arrivavano le convocazioni. Ci saranno intoccabili? Qui non c’è niente di scontato per niente e per nessuno – dichiara Conte – Devono dimostrarmi di voler venire a tutti i costi, a prescindere non verrà convocato niente e nessuno. Preferisco avere 25 giocatori più scarsetti ma con voglia, che non chi pretende di esserci. Io mi fido solo dei miei occhi: non mi fido di sponsor e giornali. Andrea è un campione ed è stato per me un grande punto di riferimento. Anche lui è fra i convocabili ma è inevitabile che viste le sue dichiarazioni post-Mondiale io debba parlare con lui per capire cosa sente e per dimostrargli ciò che penso io. Stile Juve anche in Nazionale? Voglio lo spirito di tutte le mie squadre: Arezzo, Bari, Atalanta, Siena e Juventus. Lavoreremo tanto, io da parte mia ho grande voglia e so che il gruppo è disponibile. Per questo sono tranquillo e sereno in un momento comunque difficile per il nostro calcio, mi piace questa sfida. Io do tutto ma chiedo anche tutto a chi lavora con me”.