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Palermo, Mirri: "Polisportiva Virtuale? Progetto per supportare gli altri sport"

di Aldo Sessa

Ancora Dario Mirri, durante la conferenza stampa della presentazione del progetto del Palermo come "Polisportiva Virtuale". Ecco quanto raccolto da TuttoPalermo.net: "Più che un accordo è una proposta: noi sottoponiamo alle società e associazioni sportive di Palermo, che non hanno le opportunità che il Palermo Calcio riesce ad avere grazie alla visibilità o ai tifosi, un progetto per sviluppare il merchandising o altre opportunità che potranno esserci. Abbiamo sviluppato quello che può essere un gadget, uno zaino o magari una tazza. Insieme per tutto ciò che può dare appartenenza ad un nome, un logo o ai colori come quelli rosanero della nostra città. Gli sport individuali sono previsti e prevedibili, naturalmente nei limiti perché Marco Cecchinato non si può chiamare Palermo. Anche l’atleta individuale mantenendo il proprio sponsor tecnico potrebbe inserire l’aquila e la scritta Palermo. Per quanto riguarda gli altri sport avere gli stessi colori del Palermo potrebbe essere un vantaggio sotto l’aspetto economico. Abbiamo scelto come nostro partner Giglio, un’azienda palermitana. Il merchandising sarà vendibile in tutto il mondo, Giglio si occuperà della distribuzione. Il valore che resta al netto verrà diviso così: un terzo alla società affiliata e due terzi vanno a noi. Queste società hanno delle risorse attraverso il Palermo senza investire nulla, la nostra scommessa è non limitarsi ai soli tifosi del calcio. Il nostro rischio è quello di ridurre il nostro guadagno. Centro sportivo? Vale una promozione dalla quale non c’è retrocessione, perché vuol dire fare patrimonio immobiliare e potenziale alla nostra società. Non ho competenze Tecnche ma vi confermo che entro il 2020 riusciremo a ottenere questa “promozione”. Il desiderio è realizzarlo a Palermo nel più breve tempo possibile, non bisogna passare dalla burocrazia. Non sarà il centro sportivo del Catania, ma siamo due società diverse. Penso che sia un passaggio decisivo anche per o risultati sportivi, chi vuole il futuro della propria squadra crea il proprio stadio. Quello dello stadio è un tema più complesso e ci sono molti più passaggi, li ci sarà bisogno di un po’ di tempo. L’eliminazione della barriere sarebbe un sogno e una crescita culturale, scommetto che non ci saranno tifosi che invaderanno io campo e anzi ci sarà un autocontrollo. Il desiderio mio e di Tony Di Piazza è quello che lo stadio diventi posto per famiglie”.