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Sampdoria, Marchionni: "Contro il Palermo non ci sarò"

di Rosario Carraffa
Fonte: sampdoria.it

Di Marco Marchionni alla Sampdoria si era già parlato. Trafiletti, servizi, secondi tagli, pastoni di mercato. Sui giornali del suo trasferimento in blucerchiato era stato dato per certo cento e più volte. Ma forse, non tutto quello che finisce in prima pagina è poi vero sino in fondo. "Siete stati voi a dire che una proposta dalla Sampdoria mi fosse arrivata - confessa il trentaquattrenne ai giornalisti riuniti al “Mugnaini” -, ma in realtà non mi era mai stata formulata formalmente; tanto che alla prima, ho accettato subito. La Samp è un club dal grande blasone, mi è sempre piaciuta questa società".

Competizione. Quando passi le trenta primavere, nel calcio, hai bisogno di un aspirapolvere per le perplessità. Ma c'è chi sa essere molto convincente. "La Samp è una squadra giovane, e abbiamo visto che lo scorso anno ha fatto molto bene - riassume il centrocampista -, ma con un po' di esperienza si può crescere. E fare meglio. Reparto affollato? La competizione aiuta tantissimo, siamo in molti, e questo stimola. Sempre riguardo all'esperienza devo dire che aiuta molto. E anche lo scorso anno, a Parma, è stata fondamentale".

Ringraziamenti. A Firenze Mihajlovic, a Genova Mihajlovic. Una costante in queste due esperienze c'è. "Io con il mister ho un buon rapporto - dice allontanando i dubbi su passate incomprensioni, risalenti a tempi in viola -, altrimenti non sarei venuto qui. Anzi, colgo l'occasione di ringraziarlo per aver fatto il mio nome. E inoltre devo ringraziare la società e sopratutto il presidente Ferrero per avermi voluto fortemente alla Sampdoria".

Accentramento. "Cassano cosa mi ha detto? Se è vero, corri e va lì - racconta ai giornalisti in cerca del titolo -. Antonio è rimasto legato all'ambiente". Poi Marchionni sposta il mirino sul campo: «Con l'età è dura fare l'esterno, per questo è da un po' di tempo che mi sono accentrato. Già Mihajlovic mi provò lì, poi con Donadoni ho iniziato a giocarci stabilmente".

Pronto. Prima di chiudere, salutare e prender contatto con la città, c'è tempo ancora per qualche battuta. "Il derby? Vorrei far parlare il campo - dice con quel viso ancora da ragazzino, ma con la lingua di chi la sa lunga -, perché non mi piace dire delle cose che poi non vengono rispettate in partita. Si può fare bene, come e meglio di quanto i ragazzi hanno fatto lo scorso anno. Per quanto riguarda Palermo, non sarò in campo perché sto lavorando a parte per un problemino al retto. Ma tra poco sarò pronto".